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Antichi Dipinti

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2016 21:00
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Utente Master
24/11/2011 15:44

Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Andrea.ufoonline, 24/11/2011 15.29:



Ok, però bisogna discernere tra sogno e realtà... Io li ho sentiti e sinceramente mi sono sembrati un pò troppo precipitosi, non c'è nessuna prova certa, quindi... Invece quello che dicono lo presentano come realtà certa e inoppugnabile! In realtà sono solo teorie le loro, nate con il movimento della new archeology e mai dimostrate con certezza.
Anche io credo che ci sia qualcosa di strano in quelle leggende antiche, ma non mi metterei certamente a dire che gli alieni hanno visitato sicuramente la terra nell'antichità interagendo con gli esseri umani... Questo non lo posso accettare



Conta che la tua visione è quella di un giovane del 2000, i signori scrivevano negli anni 60 ed il quadro geopolitico era completamente diverso, come diversa era l'informazione.

Se volevi sapere qualcosa dovevi leggerti i libri o qualche rivista mensile, la tv non la avevano tutti, internet stava nascendo a livello militare e quindi era ignota come ignoti erano i computers.

Ancora oggi succede lo stesso, la gente non fa mica teorie impone le sue credenze, e quello che è peggio è il riciclo per le nuove generazioni.

Oggi tutti impazzano per il tipo che sta interpretando la bibbia e ci vede gli extraterrestri, conta che non ricordo neanche il nome.

Dimenticandosi che quegli autori avevano detto le stesse cose 40 e passa anni fa, e senza andare lontano a fine anni 90 Michael Drosnin pensava di aver trovato la chiave di volta

it.wikipedia.org/wiki/Codici_nella_Bibbia

Stessa cosa succede con canalizzazioni degli anni 50 abbandonate a momenti anche in America e riprese oggi.

Si fa leva sul fatto che 50enni e 60enni hanno dimenticati e le nuove generazioni non conoscono causa giovane età.

Ecco perchè penso che la lettura di quegli autori serva per capire cosa succede oggi.




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Utente Veterano
24/11/2011 16:05

Re: Re:
Andrea.ufoonline, 24/11/2011 13:01:




Estremamente interessante Alex, ti faccio i complimenti e ringrazio per il materiale [SM=g8320] !

Ho selezionato dal testo che hai postato tu parti che mi sembra riassumano un pò alcuni concetti. A quanto pare nell'antichità avevano già descritto ufo, navicelle aliene, abduction e quant'altro!
Penso che questo sia molto strano... Voi direte che erano altri tempi e la gente in preda all'ignoranza farneticava cose sensa senso.
Però strano, ma vero, è stato proprio grazie ai poemi Omerici (Iliade e Odissea) che è stata ritrovata la perduta città di Troia. Senza considerare che la Bibbia è una fonte molto preziosa di fatti e date ritenute attendibili da tutti gli archeologi.
Insomma in ogni leggenda c'è sempre una verità da tramandare di generazione in generazione.
Quindi rimane sempre un ragionevole dubbio che veramente qualcosa di strano sia successo in passato, ma ormai non rimangono che leggende ricoperte da chili di polvere e millenni...




Grazie andrea,
Come anticipato da eone , molta gente ha approfittato di queste leggende per guadagnarsi un po di soldoni [SM=g8334] , ma come giustamente te dici :
Saranno solo leggende? Io non penso ! [SM=g1420770]
Di una cosa son sicuro , la storia dell'umanita e dell'evoluzione rimane ancora un mistero!

Ti posto un articlolo che ho trovato molto significativo
( un [SM=g2201355] A eone per il link)
Buona lettura

RIFLESSIONI SU MONDI ANTECEDENTI AL NOSTRO

Riscontri geologici dell'estrema antichità dell'umanità
Io stesso, ora nel pieno del mio settimo decennio di vita, mi ritrovo ancora a pormi due quesiti a cui, in un modo o nell'altro, la maggior parte dei miei 165 libri editi ha cercato di dare una risposta:
(1) Chi siamo come specie? e
(2) Qual è il nostro destino?
La ragione fondamentale per cui ho scritto Worlds Before Our Own (G. P. Putnams Sons, 1978; Anomalist Books, 2007) è che ho sempre trovato incredibile che in quanto esseri talmente sofisticati, quali noi ci giudichiamo, in realtà non sappiamo chi siamo.
Archeologi, antropologi e accademici di varia estrazione, ligi alle regole del gioco riguardante le "origini dell'uomo", riconoscono con riluttanza e solo occasionalmente casi in cui riscontri culturali e reperti ossei di era preistorica all'improvviso risultano molto più antichi di quanto dovrebbero – e in luoghi non consoni. Questi irritanti manufatti frantumano l'ordinata linea evolutiva che da lungo tempo il mondo accademico propone al pubblico. Di conseguenza, tali dati sono stati ampiamente lasciati sepolti nei rapporti stilati sul campo, in dimenticati magazzini e in polverosi archivi, dove è lecito sospettare che esista un gran mole di prove culturali preistoriche soppresse, ignorate e fuori posto, prove che modificherebbero le interpretazioni consolidate delle origini dell'umanità e ci consentirebbero una definizione assai più chiara di quello che significa appartenere alla nostra specie.
Attualmente vige un fondamentale consenso accademico sul fatto che il lignaggio dell’"Homo" risale ad almeno tre milioni di anni fa, e che un antenato dell'uomo moderno si evolse all'incirca un milione d’anni fa. L’Homo sapiens, ”l’uomo raziocinante" (la nostra specie), diventò la forma di vita dominante del pianeta all'incirca 40.000 anni fa.
L’improvvisa comparsa dell'Homo sapíens in tale periodo risulta alquanto difficile da spiegare, nondimeno una questione di ancor più complessa valutazione è la ragione della concomitante scomparsa dell'uomo di Neanderthal e dell'uomo di Cro–Magnon. La questione se l'uomo di Neanderthal e i nostri antenati fossero due specie distinte oppure ibridate è oggetto di un'incessante disputa accademica.
E proprio mentre gli scienziati ampliano una crescente mole di riscontri del fatto che l'umanità si sviluppò in Africa, uno scavo ungherese ha restituito un frammento di teschio di Homo sapiens in un contesto discordante di oltre 600.000 anni rispetto alla datazione comunemente accettata inerente alle migrazioni dell'uomo attraverso il pianeta. Fossili di ominidi scoperti a Dmanisi, in Georgia, sono datati come risalenti a 1,77 milioni di anni fa; e il dente di un ominide ritrovato in depositi del Neocene nei pressi del fiume Maritsa, in Bulgaria, viene fatto risalire a sette milioni di anni fa.
Che ne è dell'evoluzione darwiniana quando esistono siti come quello che, in Australia, ha 'prodotto' Homo sapiens (uomo moderno), Homo erectus (il nostro antenato di un milione di anni fa) e uomo di Neanderthal (il nostro cugino dell'Età della Pietra) in quello che si presenta come un ambiente di contemporaneità?
Poi vi è il sito di Tabun, nell'odierna Israele, in cui frammenti di Homo sapiens sono stati reperiti in strati sottostanti (vale a dire antecedenti) a tipici reperti ossei di Neanderthal. Nell'agosto 2007, alcuni scienziati che datavano fossili scoperti in Kenya hanno messo in discussione l'opinione convenzionale che l'Homo sapiens (1,44 milioni di anni) e l'Homo erectus (1,55 milioni di anni) si siano evoluti l'uno dopo l'altro. La datazione di nuovi reperti fossili rivela che le due specie vissero fianco a fianco in Africa per quasi mezzo milione d’anni.
Da qualche parte, in quella che sembrerebbe una sregolata baldoria culturale e biologica aperta a tutti, deve trovarsi la risposta al quesito più pregnante: chi siamo?
Ma proprio mentre facciamo del nostro meglio per adattare frammenti di scheletro in un modo tale da risultare accettabile per quello che riteniamo di sapere sulle nostre origini, su alcune pietre sono state ritrovate impronte che, se sono realmente quello che sembrano, metteranno completamente a soqquadro il calendario evolutivo comunemente accettato. Nella Pershing County, in Nevadal, è stata scoperta l'impronta di una calzatura in uno strato di calcare del Triassico – uno strato che indica un periodo di 400 milioni d’anni – e la traccia fossilizzata ha rivelato chiaramente una doppia cucitura finemente lavorata nelle costure.
Agli inizi del 1975, il Dr. Stanley Rhine della University of New Mexico annunciò la scoperta di impronte di tipo umano in strati che indicavano un~età di 40 milioni di anni. Alcuni mesi prima si registrò un’analoga scoperta a Kenton, Oklahoma. Pressoché nello stesso periodo, nel Wisconsin centro–settentrionale si ebbe la scoperta di un’impronta nella pietra.
Nella Death Valley, in California, esistono abbondanti reperti fossili e di scheletri indicanti che un tempo quella desolata area era un tropicale Giardino dell'Eden in cui viveva una razza di giganti, i quali si nutrivano con appetitosi alimenti presi dai laghi e dalle foreste locali.
Parlare di una razza di giganti preistorici stanziati in quelle che ora sono le sabbie desertiche della Death Valley vuol dire confutare al contempo la dottrina consolidata secondo cui in termini relativi l'uomo è un nuovo arrivato in America, settentrionale e meridionale. Mentre da una parte nuove datazioni al radio–carbonio dimostrano che il ponte di terra dello Stretto di Bering e il corridoio di ghiaccio della Cordigliera non erano transitabili sino a 9.000 anni fa, una crescente mole di riscontri concreti indica che l'uomo si trovava per certo in questo emisfero molto tempo prima dei suddetto recente periodo.
Si dice che il mais, contributo americano alle tavole di tutto il mondo, 9.000 anni fa fosse la nostra più antica coltura da semina addomesticata. Per addomesticare tale semente, alcuni agricoltori dovevano trovarsi nelle Americhe in un periodo antecedente a 9.000 anni or sono. Antichi semi di zucca, arachidi e fiocchi di cotone risalenti a 8.500 anni fa e reperiti nella Valle di Nanchoc, in Perù, costituiscono ulteriore prova che nel Nuovo Mondo l'agricoltura era prassi consolidata. La prova decisiva dell'esistenza di tali antichi agricoltori nelle Americhe venne alla luce allorquando, nel corso di una trivellazione della Humble Oil Company, giunse in superficie polline di mais messicano risalente a oltre 80.000 anni fa.
L’anomala configurazione sanguigna e dentatura dei nativi, nonché la loro distribuzione geografica, prevedono un , impossibile scala temporale genetica in cui trasformare gli immigranti asiatici nei peculiari abitanti del Nuovo Mondo. Anche se ci proponiamo di accettare in qualche modo le teorie condivise sull'abitazione del Nuovo Mondo, dobbiamo comunque assegnare nel Nord America in 40.000 anni una maggiore evoluzione di quella verificatasi in Europa, Asia e Africa in oltre un milione di anni.
Teschi trovati in California, palesemente appartenenti a nativi americani, sono stati retrodatati a 50.000 anni fa. Ma rimane un altro mistero. Presso un sito di scavi iraniano è stato reperito un teschio di tipo nativo americano (determinato tramite analisi metrica) vecchio di 140.000 anni.
Che dire della perduta civiltà amerindia di Cahokia, Illinois, provvista di piramidi e di una grande muraglia? Un sito, nei pressi dell'odierna città di St. Louis, potrebbe aver ospitato una metropoli di oltre 250.000 nativi nordamericani.
Chi ha costruito la misteriosa muraglia di sette miglia sulle colline di Berkeley e Oakland, California? E quale popolazione pre–Maya ha realizzato, oltre 2.000 anni or sono, un'elaborata rete idrica nello Yucatán, allo scopo d’irrigare i campi?
La torre del Caracol a Chichén Itzá, Yucatán, è un ragguardevole osservatorio meso–americano che sembra avere correlazioni con analoghi siti nell'America del Nord, fra cui Mesa Verde, Wichita e Chaco Canyon.
Una delle teorie più eretiche che avanzo in Worlds Before Our Own è che la culla della civiltà possa essere migrata dal cosiddetto Nuovo Mondo a quello Vecchio. Ora, nel 2007, a distanza di anni da quando Ruth Shady Solís documentò l'antica città di Caral, in Perù, gli scienziati hanno accettato la datazione al carbonio del 2627 a.C., stabilendo in tal modo che la civiltà in Sudamerica è assai più antica delle città della Valle di Harappa, negli odierni Pakistan e India occidentale, nonché delle piramidi d'Egitto. Caral deve essere ora riconosciuta come “la madre di tutte le civiltà”, l'anello mancante dell'archeologia, la Città Madre.
A quanto pare la conoscenza scientifica è stata tenuta in somma considerazione dai rappresentanti di ogni cultura, nota e non. Incisioni sulla roccia, forse risalenti a 60 milioni di anni fa, ricorrendo a illustrazioni in sequenza raffigurano un'integrale operazione di trapianto di cuore e un taglio cesareo. Gli antichi Egizi utilizzavano l'equivalente della gelatina contraccettiva e disponevano di test di gravidanza basati sull'urina. Il cemento utilizzato dai Maya per l'otturazione delle carie dentali regge ancora a distanza di 1.500 anni.
Si presume che non sia stato reperito alcun tessuto antecedente a 5.000 anni fa, quando gli Egizi produssero materiale per capi di vestiario. In che modo possiamo dunque considerare il sito russo che fornisce fusaioli e disegni di tessuto fantasia risalenti a oltre 80.000 anni fa?
Non solo a quanto pare gli antichi Babilonesi utilizzavano fiammiferi di zolfo, ma disponevano di una tecnologia sufficientemente sofisticata da impiegare complesse celle di batteria elettrochimica provviste di cablaggio. Riscontri di batterie elettriche ed elettrolisi esistono anche a riguardo dell'antico Egitto, dell'India e della terra Swahili (Africa orientale).
Presso l'attuale Medzamor, nella Russia armena, sono stati reperiti resti di un antico stabilimento metallurgico dotato di oltre 200 fornaci. Anche se per fondere il platino è necessaria una temperatura superiore ai 1780° gradi, alcune popolazioni pre–incaiche del Perù producevano oggetti realizzati con tale metallo. Ancor oggi il procedimento per estrarre l'alluminio dalla bauxite è alquanto complesso, tuttavia Chou Chu, celebre generale dell'era Tsin (265–316 d.C.), fu inumato con un abito funebre provvisto di fibbie del cinturone in alluminio.
Nel corso di operazioni di trivellazione di pozzi assai profondi sono state riportate in superficie pietre, gesso e ossa incise, assieme a quelle che si presentano come “monete” riccamente decorate. In una miniera di carbone è stata reperita una strana lastra impressa, decorata con quadrati a forma di diamante, con il viso di un uomo in ciascun "riquadro". In un'altra scoperta relativa a una miniera di carbone i minatori hanno trovato lisci e levigati blocchi di cemento che formavano un solido muro. Secondo la testimonianza di un minatore, costui scalpellò un blocco solo per scoprire la miscela standard di sabbia e cemento di cui sono fatti per la maggior parte gli odierni mattoni da costruzione. In un pezzo di carbone si è trovata una collana d'oro, mentre in una miniera d'argento in Perú si è reperito uno spillo di metallo; in uno strato carbonifero scozzese è saltato fuori un utensile in ferro. Si stima che tali oggetti risalgano a milioni di anni prima rispetto a quando si ritiene comunemente sia esistito l'uomo.
Nei pressi di Dorchester, Massachusetts, dalla roccia viva è stato estratto un vaso di metallo a forma di campana, intarsiato con un motivo floreale in argento.
Per spiegare la presenza di questi sconcertanti manufatti vi sono due ipotesi:
(1) che furono realizzati da una civiltà terrestre progredita che, a causa di una catastrofe naturale o tecnologica, venne distrutta prima della genesi del nostro mondo;
(2) che siano le vestigia di una civiltà altamente tecnologica di origine extraterrestre che visitò questo pianeta milioni di anni fa, lasciandosi dietro svariati manufatti.
Anche se in tempi preistorici una progredita razza extraterrestre potrebbe aver fatto visita al nostro pianeta, appare improbabile che comuni oggetti d'uso quotidiano quali chiodi, collane, fibbie e vasi siano stati trasportati su un'astronave e depositati in aree così distanti fra loro – perché manufatti di questo genere sono stati reperiti nelle Americhe del Nord e del Sud, in Gran Bretagna, in tutta l’Europa, in Africa, Asia e Medio Oriente.

Indizi di antiche catastrofi
Nonostante la generale impopolarità del catastrofismo, a quanto pare esistono alcune "prove", scoperte di recente, di antichi cambiamenti – determinati da cataclismi – della crosta terrestre che potrebbero dar conto della quasi totale scomparsa di tali mondi preistorici. I riscontri geologici evidenziano che tali cambiamenti furono al contempo drastici e repentini, e che potrebbero aver sopraffatto e distrutto i remoti abitanti e le loro culture. Forse la prova potenzialmente più strabiliante di un'avanzata tecnologia preistorica, che potrebbe aver distrutto la cultura di riferimento, va ricercata in quei siti che apparentemente recano mute testimonianze di una guerra nucleare preistorica.
Si sono reperite estese aree di vetro verde fuso e città vetrificate nei profondi strati dei seguenti scavi archeologici: Pierrelatte, nel Gabon, Africa; Valle dell'Eufrate; Deserto del Sahara; Deserto del Gobi; Iraq; Deserto del Mojave; Scozia; Antico e Medio Regno d'Egitto; Turchia centro–meridionale.
In epoca contemporanea si sa della presenza di materiali come il vetro verde fuso presso siti adibiti a test nucleari (dove la sabbia si è fusa sino a formare tale sostanza). Per alcuni risulta alquanto sconvolgente prendere in considerazione la possibilità che tali siti forniscano le prove di un conflitto nucleare preistorico. Al contempo, gli scienziati hanno trovato una serie di depositi di uranio che a quanto pare sono stati sfruttati o esauriti in tempi remoti.
Se è possibile che in tempi preistorici si sia verificato il totale annientamento di una civiltà globale, appare ancora più urgente apprendere chi siamo in realtà, prima di ritrovarci condannati a ripetere le lezioni lasciateci da un mondo antecedente al nostro.
Fonte: The Canadian, 21 dicembre 2007
tinyurl.com/2w6z3x

Riscontri di un’antica guerra nucleare
”Quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco provenienti dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo”. – Genesi 19:24

Il mio precedente articolo apparso su The Canadian, nel quale ho esposto alcune personali riflessioni sul mio libro Worlds Before Our Own, ha suscitato dozzine di domande da parte dei lettori. Alcuni hanno affermato che uno dei canali via cavo – secondo certi lettori si trattava di History Channel; a detta di altri, di Discovery; secondo altri ancora, del National Geographic – aveva presentato "prove" secondo cui il “vetro verde fuso” presente in varie aree era stato creato da esplosioni aeree di meteoriti piuttosto che da guerre nucleari di epoca preistorica. Quanto alle numerose teorie concernenti la preistoria della Terra, resto aperto al dubbio.
Uno dei suddetti lettori indotti a scrivermi, il quale aveva il vantaggio di aver letto sul serio Worlds Before Our Own, ha affermato che presento "con stile terso e chiaro informazioni riguardanti scoperte archeologiche anomale, senza quell'uso di iperboli solitamente associato a tal genere di argomenti".
Anche se in alcuni casi è possibile che appezzamenti di “vetro verde fuso” siano stati determinati da esplosioni aeree di meteoriti, mi domando se tale fenomeno naturale possa aver creato tutte le 28 distese di pietre annerite e frantumate che nell'Arabia occidentale ricoprono un~area estesa sino a 7.000 miglia. Le pietre, annerite e dai bordi affilati, sono fittamente raggruppate, come fossero le rovine di una città. Gli esperti hanno decretato che non sono di origine vulcanica, ma sembrano risalire al periodo in cui si pensa che l'Arabia fosse una terra fertile e lussureggiante, bruciata all'improvviso sino a trasformarsi istantaneamente in un deserto.
Quello che oggi conosciamo come il Deserto del Sahara, un tempo era una regione tropicale ricoperta da fitta vegetazione, percorsa da vari grandi fiumi e caratterizzata da abbondante piovosità. Gli scienziati hanno scoperto aree del deserto il cui suolo, ora ricoperto da un sottile strato di sabbia, un tempo conobbe l'azione dell'aratro e dell'agricoltore. I ricercatori hanno inoltre scoperto un enorme bacino idrico al di sotto della superficie inaridita del deserto, la cui origine potrebbe essere stata unicamente la forte piovosità del periodo antecedente al momento in cui una rovente devastazione consumò la rigogliosa vegetazione dell'area.
Il 25 dicembre 2007 uno scienziato francese ha confermato che gE scavi presso l'area di Khamis Bani Sa’ad, distretto di Tehema, provincia di Hodeidah dell'attuale Yemen, hanno portato alla luce oltre un migliaio di rari reperti archeologici risalenti al 300.000 a.C. Prima che intervenisse un drastico cambiamento climatico, gli abitanti di quell'epoca erano stati pescatori e avevano addomesticato una serie di animali non più presenti nella regione, fra cui una razza equina attualmente reperibile solo in Asia Centrale.
Nei pressi del Lago di Lob Nor, nel Deserto del Gobi, i Cinesi hanno condotto test nucleari che hanno lasciato estesi appezzamenti dell'area ricoperti di sabbia vetrosa. Nondimeno il Deserto del Gobi presenta numerose altre aree di sabbia vetrosa, note da migliaia d’anni.
Albion W. Hart, uno dei primi ingegneri a conseguire la laurea presso il Massachusetts Institute of Technology, fu assegnato a un progetto nell'entroterra africano. Mentre egli e i suoi uomini si stavano dirigendo verso una regione quasi inaccessibile, inizialmente dovettero attraversare una vasta distesa desertica. All'epoca Hart rimase sconcertato e del tutto incapace di spiegare un'estesa area di vetro verdastro che ricopriva le sabbie a perdita d'occhio.
“In un'epoca successiva della sua vita – scrisse Margarethe Casson su Rocks andMinerals (n. 396, 1972) – egli passò vicino all'area di White Sands (Nevada), dopo la prima detonazione atomica realizzata in quel luogo, e riconobbe lo stesso tipo di fusione di silice osservata cinquant'anni prima nel deserto africano”.
Nel 1947, nella Valle dell'Eufrate dell'Iraq meridionale, secondo alcune tradizioni collocazione del Giardino dell'Eden nonché luogo in cui gli antichi abitanti della Mesopotamia meridionale [Sumeri] incontrarono il dio–uomo Ea, scavi esplorativi portarono alla luce uno strato di vetro verde fuso. Gli archeologi non poterono non notare la somiglianza fra il vetro fuso risalente a migliaia di anni fa e il suolo desertico di White Sands, New Mexico, dopo che le prime detonazioni nucleari dei tempi moderni avevano fuso roccia e sabbia.
Il Deserto del Mojave presenta ampie aree di forma circolare o poligonale che sono rivestite di una coriacea sostanza assai simile al vetro opaco.

Strutture vetrificate, ruderi bruciati
Nel 1850, mentre esplorava la Death Valley, William Walker dichiarò di essersi imbattuto nei ruderi di un'antica città. Le pietre di un'estremità del grande edificio all'interno delle macerie erano rimaste fuse e vetrificate. Walker si spinse ad affermare che l'intera regione compresa fra i fiumi Gila e St. John è punteggiata di rovine. In ciascuno degli antichi insediamenti egli trovò riscontri del fatto che questi erano stati completamente bruciati da un fuoco abbastanza intenso da aver liquefatto la roccia. Blocchi per pavimentazione e pietre delle abitazioni erano state spaccate da enormi fessure, come cauterizzate da una sorta di gigantesca mannaia di fuoco.
Forse ancor più che le estese aree di vetro verde fuso, mi incuriosiscono i riscontri di città e forti vetrificati, come quelli scoperti da Walker.
In Scozia, Irlanda e Inghilterra esistono alture fortificate preistoriche le cui murature in pietra sono rimaste calcinate a causa di un immenso calore applicato. Non vi è modo per cui un fulmine possa aver determinato esiti di tal genere.
Altre alture fortificate, dalle Isole Lofoten a nord della Norvegia sino alle Canarie a nord–ovest dell'Africa, sono diventate “fortificazioni fuse”. Efich A. von Fange ha notato che i "massi tondeggianti accatastati delle mura circolari sono stati tramutati in vetro... da un intenso calore".
Çatal–Hüyúk, nella Turchia centro–settentrionale, ritenuta una delle più antiche città del mondo, in base a riscontri archeologici sembra che abbia raggiunto una fase di civiltà pienamente sviluppata e quindi, all'improvviso, si sia estinta. Gli archeologi sono rimasti sbalorditi nel trovare spessi strati di laterizio bruciato in corrispondenza di uno dei livelli, denominato VI a. 1 blocchi erano stati fusi assieme da un calore talmente intenso che gli effetti avevano raggiunto la profondità di oltre un metro al di sotto dei pavimenti, dove il tremendo calore aveva carbonizzato la terra, gli scheletri dei morti nonché i doni funebri inumati con essi, bloccando al contempo qualsiasi decomposizione batterica.
Quando si effettuarono scavi sulla ziggurat di Babilonia, questa si presentava come se fosse stata colpita da un terribile fuoco che l’aveva incrinata sino alle fondamenta. In altre parti dei ruderi, ampie sezioni di muratura in mattoni erano state arse sino ad assumere uno stato vetrificato. Svariati cumuli di laterizio erano stati completamente ridotti allo stato fuso. Persino i grandi massi tondeggianti trovati nei pressi delle rovine erano stati vetrificati.
Presso il sito noto come Alalakh o Atchana, Siria settentrionale, i palazzi reali erano stati arsi così in profondità che la parte più interna delle spesse mura era piena di mattoni crudi di colore rosso vivo in fase di sgretolamento. L’intonaco delle pareti di calce e fango era stato vetrificato e in alcune zone le lastre delle mura in basalto si erano di fatto fuse.
In India, fra il fiume Gange e le colline di Rajmahal, si trovano rovine bruciate contenenti consistenti ammassi di pietre fuse e incavate. Alcuni viaggiatori che si sono avventurati sino al cuore delle foreste indiane hanno riferito di ruderi di città le cui mura, a causa di qualche intenso calore, sono diventate enormi lastre di cristallo.
Le rovine delle Sette Città, situate nei pressi dell'equatore, nella provincia di Piauí, in Brasile, sembrano la scena di un mostruoso caos. Dato che non è stata ancora elaborata alcuna spiegazione geologica tale da risultare appropriata sotto il profilo dei riscontri archeologici, alcuni di coloro che hanno svolto ricerche sul sito hanno affermato che il modo in cui le pietre sono state essiccate, distrutte e fuse evoca immagini di Sodoma e Gomorra.
Alcuni ricercatori francesi hanno scoperto le prove di una reazione nucleare spontanea in epoca preistorica presso la miniera di Oldo a Pierrelatte, in Gabon. Gli scienziati hanno rilevato che il minerale grezzo della miniera in questione conteneva percentuali insolitarriente basse di U–235, come si trovano soltanto nell'uranio impoverito del combustibile Prelevato dai reattori nucleari. Secondo coloro che hanno esaminato la miniera, il minerale grezzo conteneva anche quattro elementi rari in forme simili a quelle presenti nell' uranio impoverito.
Anche se il mondo moderno non ha sperimentato l'energia atomica prima degli anni Quaranta del secolo scorso, esiste una sorprendente mole di riscontri in base ai quali in tempi preistorici potrebbero essersi verificati degli effetti nucleari, che hanno lasciato dietro di sé sabbia fusa sino a diventare vetro in alcune aree desertiche, alture fortificate con parti della muratura in pietra vetrificate, nonché i ruderi di antiche città distrutte da quello che sembra essere stato un estremo calore – di gran lunga più intenso di quello che poteva essere generato dalle torce degli eserciti dell'antichità.
In ciascun caso, gli archeologi esperti e preparati che si sono imbattuti in tali anomale scoperte hanno sottolineato il fatto che nessuna di queste catastrofi era stata provocata da eruzioni vulcaniche, fulmini, impatti di comete o conflagrazioni predisposte da esseri umani.

L’autore
Brad Steiger, nato nel 1936 a Fort Dodge, Iowa, dal 1956 scrive su tematiche di varia natura, fra cui ambiti fenomenici e paranormaii, misteri preistorici, spiritualità e UFO; attualmente ha all'attivo oltre 2. 000 articoli e 165 libri (alcuni scritti in collaborazione con la moglie Sherry Hansen Steiger).
Brad Steiger è apparso in vari Programmi radiofonici e televisivi, è stato intervistato per numerosi articoli per la carta stampata, ha curato la sceneggiatura di lungometraggi e scritto biografie, nonché opere di ispirazione e di narrativa. La serie televisiva Could/tBeA Miracle? ha visto la partecipazione di Brad e Sherry in 22 episodi.
Il libro di Brad Worlds Refore Our Own (che per l'edizione del 2007 include la sua nuova prefazione), il suo più recente Shadow World,True Encounters with Beíngs from the Darksíde (2007) e altri titoli fra cui Conspiracies and Secret Societies: The Complete Dossier (2006; scritto in collaborazione con Sherry Hansen Steiger) e Real Ghosts, Restless SPirits, and Haunted Places (2003) sono disponibili presso Amazon.com.
Per ulteriori informazioni o per contattare l'autore, fare riferimento al sito web www.bradandsherry.com.
©2007

Fonte: The Canadian, 31 dicembre 2007. tinyurl.com/yw8d34

Nexus, n. 76.
Fonte
www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=270


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24/11/2011 16:29

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
eone nero, 24/11/2011 15.44:



Conta che la tua visione è quella di un giovane del 2000, i signori scrivevano negli anni 60 ed il quadro geopolitico era completamente diverso, come diversa era l'informazione.

Se volevi sapere qualcosa dovevi leggerti i libri o qualche rivista mensile, la tv non la avevano tutti, internet stava nascendo a livello militare e quindi era ignota come ignoti erano i computers.









Certo, non dico che una persono non possa presentare teorie... Anche io credo che siano molto strani alcuni racconti antichi. Però bisogna andare molto cauti, altrimenti si sconfina nella favola...
Un dubbio c'è, ma la certezza assoluta che quella gente crede di avere non esiste proprio!

Ogni epoca ha avuto i sui mezzi di comunicazione certo, le conoscenze sono anche molto progredite rispetto a solo 20 anni fa... e le persone molto più informate e quindi meno portate a credere a tutto indiscriminatamente
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24/11/2011 16:42

Re: Re: Re:
Alex1304, 24/11/2011 16.05:




Grazie andrea,
Come anticipato da eone , molta gente ha approfittato di queste leggende per guadagnarsi un po di soldoni [SM=g8334] , ma come giustamente te dici :
Saranno solo leggende? Io non penso ! [SM=g1420770]
Di una cosa son sicuro , la storia dell'umanita e dell'evoluzione rimane ancora un mistero!







Figurati Alex [SM=g8320]
Si io penso che siano racconti strani, riconducibili forse a un contatto con eventi, per allora inspiegabili, tramandati nei secoli tramite queste leggende... Molto simili ad abduction, ufo...

Ci puoi contare! L'evoluzione umana è veramente particolare sia per la velocità con cui è avvenuta sia per cosa ha portato: creature intelligenti che hanno trasformato il mondo, con opere, scritti, arti, lettere, tecnologia come mai nessun'altra creatura sulla terra per centinaia di milioni di anni. Non è straordinario [SM=g6794] ?
Il problema è che abbiamo anche a disposizione pochi reperti, proprio a causa dei pochi milioni di anni in cui l'uomo moderno si è evoluto... Immaginate che i dinosauri sono esistiti per centinaia di miolioni di anni in più, quindi è ovvio che di loro è rimasta una testimonianza notevole. Ma se consideriamo che la formazione di un fossile è un evento raro... Salta subito agli occhi che l'uomo non ha avuto il tempo per lasciare molte forme fossili di se. Quindi purtroppo molti aspetti dell'evoluzione umana sono ancora da scrivere e sicuramente porteranno a sorprese notevoli
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24/11/2011 16:46

Re: Re: Re: Re:
Andrea.ufoonline, 24/11/2011 16.42:




Figurati Alex [SM=g8320]
Si io penso che siano racconti strani, riconducibili forse a un contatto con eventi, per allora inspiegabili, tramandati nei secoli tramite queste leggende... Molto simili ad abduction, ufo...

Ci puoi contare! L'evoluzione umana è veramente particolare sia per la velocità con cui è avvenuta sia per cosa ha portato: creature intelligenti che hanno trasformato il mondo, con opere, scritti, arti, lettere, tecnologia come mai nessun'altra creatura sulla terra per centinaia di milioni di anni. Non è straordinario [SM=g6794] ?
Il problema è che abbiamo anche a disposizione pochi reperti, proprio a causa dei pochi milioni di anni in cui l'uomo moderno si è evoluto... Immaginate che i dinosauri sono esistiti per centinaia di miolioni di anni in più, quindi è ovvio che di loro è rimasta una testimonianza notevole. Ma se consideriamo che la formazione di un fossile è un evento raro... Salta subito agli occhi che l'uomo non ha avuto il tempo per lasciare molte forme fossili di se. Quindi purtroppo molti aspetti dell'evoluzione umana sono ancora da scrivere e sicuramente porteranno a sorprese notevoli



Conta che sino a qualche decennio fa ci imponevano di credere che l'uomo era comparso sulla terra 6 mila anni fa, e poi che di colpo si era evoluto [SM=g8245]

Ed invece vediamo che navigava 800 mila anni fa, e scolpiva dee Madri almeno 200-300 mila anni fa.

Purtroppo l'archeologià è ancora succube dei monoteismi. [SM=g8245]
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24/11/2011 17:01

Re: Re: Re: Re: Re:
eone nero, 24/11/2011 16.46:



Conta che sino a qualche decennio fa ci imponevano di credere che l'uomo era comparso sulla terra 6 mila anni fa, e poi che di colpo si era evoluto [SM=g8245]

Ed invece vediamo che navigava 800 mila anni fa, e scolpiva dee Madri almeno 200-300 mila anni fa.

Purtroppo l'archeologià è ancora succube dei monoteismi. [SM=g8245]




Pazzesco... Meno male che al giorno d'oggi hanno scoperto di più. Altrimenti saremo rimasti ai tempi dell'inquisizione...
Ahahah [SM=g1420771] io sarei stato condannato sicuramente come stregone demoniaco al rogo [SM=g8284]
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24/11/2011 20:07

Scusate [SM=g6811] , vi posto i link sulla

rarità della formazione dei fossili:

www.scuolacavasso.it/montagna/fossili.htm


Orologio della vita sulla terra, guardate quanto tempo sono esistiti i dinosauri rispetto all'uomo. L'immagine è la chiocciola, piccola, però si vede:


storia.sangiorgiodipiano.net/dblog/articolo.asp?id=30


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25/11/2011 01:27

Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Andrea.ufoonline, 24/11/2011 17.01:




Pazzesco... Meno male che al giorno d'oggi hanno scoperto di più. Altrimenti saremo rimasti ai tempi dell'inquisizione...
Ahahah [SM=g1420771] io sarei stato condannato sicuramente come stregone demoniaco al rogo [SM=g8284]



Non mi sembra sia pazzesco, dato che ovunque ci sono alieni anche nelle piramidi a detta di libri, web e convegni, oltre ai deliri allucinanti.

Soluzione? [SM=g2201342]


[Modificato da eone nero 25/11/2011 01:28]
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25/11/2011 10:16

I Nativi Americani
Molti dettagli relativi agli incontri con esseri celesti con i Nativi Americani sono rintracciabili nel sud ovest del paese, nella Terra del Fuoco.
In tutti i vari racconti e le varie tradizioni, gli dei scesero dal cielo e resero fertili le donne sterili di alcuni villaggi remoti; i figli nati da questa sorta di “esperimento” si unirono alla razza umana, ma vennero ben presto reclamati dai loro padri che, nuovamente, giunsero sulla terra per portare via la loro progenie.
Questa storia, così come tante altre, ricorda molto da vicino le vicende narrate da Enoch relativamente agli Angeli Ribelli e ai Figli del Cielo, così come molti dei rituali antichi tramandati fino ad oggi, rievocano gli scenari moderni dei fenomeni OoBE, delle Abduction, e quelli tipici del Contattismo.
Ne sono un classico esempio le “Job Description”, ovvero le descrizioni dei viaggi sciamanici compiuti dagli anziani di alcuni villaggi.
Tracce ancora più consistenti sono rilevabili nella mitologia degli Hopi, soprattutto quando si parla di misteriosi “scudi volanti”, quando si accenna alle Pleiadi, all’Orsa Maggiore, e ai misteriosi “Fratelli del Cielo” che “stimolarono” la natura dando il via alla creazione.
Questi antichi visitatori viaggiavano su “fasci di luce” splendenti, quasi fossero tanti soli nella notte, e la descrizione del movimento di queste luci corrisponde esattamente alle centinaia di avvistamenti registrati in epoca moderna; stesso scenario, stesse traiettorie, stesse forme.



UFO tra i nativi americani: oltre il mito..........


UFO nella nazione indiana. Secondo molti ufologi anglosassoni, e alcune correnti europee, le correlazioni tra ipotetiche civiltà aliene e i nativi americani sono troppe per essere liquidate come favole o racconti distorti. I nativi americani non avevano video, o foto da mostrare. Poterono divulgare ciò che videro, alle generazioni successive, tramandando i racconti, le incisioni e la loro cultura mistica.





E’ la fine del dicembre del 1890, esattamente 120 anni or sono un ragazzo, un nativo americano, ferito, si guarda intorno sbigottito. Intorno a se solo cadaveri. Sono quelli degli uomini e le donne della sua tribù. E’ uno dei sopravvissuti al massacro di Wounded Knee. Il ragazzo alza gli occhi al cielo, li socchiude, allarga le braccia e con la voce sibilante sussurra: “Dove sono i miei spiriti?” Dove sono e chi erano gli spiriti dei nativi americani? Wounded Knee rappresenta un episodio simbolo dello sterminio, di fatto, degli indiani d’America da parte dei governi americani del diciannovesimo secolo. Con episodi simili a Wounded Knee fu spazzata via la “Nazione Indiana”, interi popoli. Con essi tradizioni, miti e leggende millenarie andarono spegnendosi nelle riserve. I discendenti dei nativi americani ne hanno conservato parecchie ma, probabilmente, moltissime testimonianze e racconti più precisi sono andati irrimediabilmente dispersi. Hopi, Cherooke, Sioux, Navaho e altri popoli raccontavano di esseri venuti dal cielo e di strani fenomeni inspiegabili. In quasi tutte le principali tribù degli Indiani d’America esistevano miti e leggende di oggetti volanti ed esseri misteriosi dai poteri formidabili.





L’intero misticismo e la religione degli indiani americani era fondata su questi aneddoti.
Gli Hopi raccontavano ad esempio dei Katchinas, un popolo venuto dalle stelle per aiutarli ed educarli. Oppure della visione degli “uccelli di fuoco”. Senza dimenticare le “canoe volanti”. Oggi li avrebbero chiamati UFO, oggetti volanti non identificati. Per le tribù indiane erano segni della presenza delle divinità, dei loro spiriti. Gli ufologi moderni, a sostegno delle loro tesi, hanno costruito diversi teoremi. Molti racconti, tramandati sino ad oggi, presentano analogie con quelli delle popolazioni native dell’America Centrale e asiatiche. L’Arizona e il Nuovo Messico, dove abbondano i luoghi considerati sacri dai nativi americani, hanno registrato una media d’ avvistamenti di UFO esorbitante rispetto ad altre zone del mondo. Il dibattito tra le correnti di ufologi che sostengono queste tesi e gli scettici è destinato a perdurare. A parte pochi cronisti, nel diciannovesimo secolo, erano in pochi ad interessarsi delle tradizioni degli Indiani d’America. La guerra di conquista e di distruzione dell’uomo bianco, probabilmente, ha cancellato tracce preziose. Sia a sostegno degli ufologi che degli scettici. Chi erano in realtà gli spiriti dei nativi americani? (Foto: YouTube / Ogichidaawi / PhotoFunia)

Fonte: notiziefresche.info/ufo-tra-i-nativi-americani-oltre-il-mito_pos...

Fonte ufosigns.byethost14.com/index.php?mod=read&id=1306233606


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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
eone nero, 25/11/2011 01.27:



Non mi sembra sia pazzesco, dato che ovunque ci sono alieni anche nelle piramidi a detta di libri, web e convegni, oltre ai deliri allucinanti.

Soluzione? [SM=g2201342]






Ahahah [SM=g1420771] ! Non ho idea perchè gli egiziani fossero così interessati all'astronomia... Però c'è chi ci vede un intrusione aliena. Non c'è nessuna prova che sia così però
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25/11/2011 12:04

Re: I Nativi Americani
Alex1304, 25/11/2011 10.16:







Chissà come dobbiamo interpretare queste leggende... Certo che senza prove concrete è difficile anche solo fare delle ipotesi [SM=g1950679]

Però secondo me qualcosa di strano c'è...

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25/11/2011 12:17

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Andrea.ufoonline, 25/11/2011 12.01:




Ahahah [SM=g1420771] ! Non ho idea perchè gli egiziani fossero così interessati all'astronomia... Però c'è chi ci vede un intrusione aliena. Non c'è nessuna prova che sia così però



Fossero solo gli egiziani, erano tutti i popoli.

Addirittura si è ipotizzato che la scrittura sia stata creata da alcuni popoli sul modello delle diverse costellazioni.


Alfabeto scende dalle stelle. Sull'origine della scrittura Di Giuseppe Sermonti

tinyurl.com/c2gtyjy


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25/11/2011 12:42

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
eone nero, 25/11/2011 12.17:



Fossero solo gli egiziani, erano tutti i popoli.

Addirittura si è ipotizzato che la scrittura sia stata creata da alcuni popoli sul modello delle diverse costellazioni.


Alfabeto scende dalle stelle. Sull'origine della scrittura Di Giuseppe Sermonti

tinyurl.com/c2gtyjy






Gli scettici dicono che le piramidi fossero la struttura più stabile in assoluto, per questo venne realizzata da tutti.

Però come si spiegano le raffigurazioni di una specie di aereoplano d'oro ritrovate?
Gli affreschi dove si vede un monarca che guida una sorta di astronave?

Boh...
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25/11/2011 12:54

Andrea.ufoonline, 25/11/2011 12.42:




Gli scettici dicono che le piramidi fossero la struttura più stabile in assoluto, per questo venne realizzata da tutti.

Però come si spiegano le raffigurazioni di una specie di aereoplano d'oro ritrovate?
Gli affreschi dove si vede un monarca che guida una sorta di astronave?

Boh...




Se ti riferisci all'astronauta di Palenque sappi che ha una spiegazione razionalissima, purtroppo Von Daniken ci aveva ricamato troppo la sopra. [SM=g8245]



SULL'ASTRONAUTA DI PALENQUE

www.edicolaweb.net/am_0706s.htm



[Modificato da eone nero 25/11/2011 12:55]
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25/11/2011 13:41


La lastra tombale che ricopriva il sarcofago di Pacal


La stessa lastra vista nell’angolazione preferita dai cultori dell’ipotesi aliena


Una visione in bianco e nero che permette di apprezzare i dettagli
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25/11/2011 14:24

Per Eone: le spiegazioni razionali ci sono sempre per spiegare tutto, molto spesso ci azzeccano però non è sempre così...





Per richard: molto strano veramente... Chissà che cosa volevano rappresentare




Il problema è: perchè non è rimasto altro oltre alle raffigurazioni? E' quello che mi fa venire dubbi
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25/11/2011 14:32

Grazie Richard per le foto [SM=g8320]
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25/11/2011 16:29

Non sono solo leggende, il nostro pianeta , mostra ancora i segni che qualcosa nel passato sia accaduto



ANTICA CITTÀ COLPITA DA UN’ESPLOSIONE ATOMICA
La radiazione è ancora tanto intensa, da rendere la zona pericolosa
fonte:
www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=287
forum.grasscity.com/general/63637-nuclear-weapons-ancient-wo...

Uno strato di ceneri pesanti, radioattive, copre un’area di una decina di chilometri quadrati nel Rajasthan, India, circa 18 km a ovest di Jodhpur. Gli scienziati stanno studiando il sito, dove era in costruzione una nuova lottizzazione edilizia.
Da qualche tempo è stato accertato che vi è un tasso molto elevato di difetti alla nascita e di cancro in quella zona. I livelli di radiazioni registrati dagli strumenti degli investigatori sono così elevati che il governo indiano ha finito per isolare la regione.
Gli scienziati hanno portato alla luce una città antica, dove appaiono le prove che un’esplosione atomica di migliaia d’anni fa, da 8000 a 12000 anni, distrusse la maggior parte degli edifici e probabilmente uccise mezzo milione di persone. Uno dei ricercatori stima che la bomba nucleare utilizzata dovesse essere all’incirca delle dimensioni di quelle esplose sul Giappone nel 1945.
Il Mahabharata descrive chiaramente un’esplosione catastrofica che sconvolse il continente. "Un unico proiettile caricato di tutta la potenza dell'Universo... Una colonna incandescente di fumo e fiamme, brillanti come 10.000 soli, s’innalzò in tutto il suo splendore... era un'arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere un’intera razza.
"I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, il vasellame si ruppe senza alcuna causa apparente, e gli uccelli diventarono bianchi.
"Dopo poche ore, tutti i prodotti alimentari erano infettati. Per uscire da quel fuoco, i soldati si gettarono nel fiume."
Lo storico Kisari Mohan Ganguli dice che gli scritti sacri indiani sono pieni di tali descrizioni, che suonano come un’esplosione atomica, simile a quella dell’esperienza di Hiroshima e Nagasaki.
Dice che le fonti parlano di carri celesti che combattevano e d’armi finali. Un’antica battaglia è descritta nel Drona Parva, una sezione del Mahabharata.
"Il passaggio parla di combattimenti e descrive le esplosioni delle armi finali, che decimarono interi eserciti, provocando la distruzione d’una moltitudine di guerrieri con cavalli ed elefanti, soffiati via come le foglie secche degli alberi", dice Ganguli.
"Invece di funghi atomici, lo scrittore descrive un’esplosione a colonna verticale, con nuvole di fumo fluttuanti, come l’apertura di ombrelloni giganti consecutivi. Ci sono commenti in merito alla contaminazione degli alimenti e ai capelli delle persone che cadono".
L’archeologo Francis Taylor dice che le raffigurazioni in bassorilievo, in alcuni templi vicini, da lui tradotte, suggeriscono che essi pregassero d’essere risparmiati dalla grande luce, che stava per portare rovina sulla città. "E’ abbastanza incredibile immaginare che qualche civiltà possedesse la tecnologia nucleare prima di noi. La cenere radioattiva aggiunge credibilità agli antichi resoconti indiani che descrivono la guerra atomica".



La costruzione del nuovo quartiere è stata fermata, mentre il gruppo di cinque membri conduce l'inchiesta. Il capo del progetto è Lee Hundley, che ha iniziato l'inchiesta, dopo che l'alto livello di radiazioni è stato scoperto.
Ci sono prove evidenti che l'impero Rama (ora India) fu devastato da una guerra nucleare. La valle dell'Indo è ora il deserto del Thar, e il sito delle ceneri radioattive, che si trova ad ovest di Jodhpur, è lì intorno.
Considerate questi versi antichi (6500 a.C. al più tardi) del Mahabharata:
“... un unico proiettile
carico di tutta la potenza dell'Universo.
Una colonna incandescente di fumo e fiamme
luminosa come mille soli
salì in tutto il suo splendore...
un'esplosione verticale
con nuvole di fumo fluttuanti...
... la nuvola di fumo,
innalzandosi dopo la prima esplosione,
si aprì in onde circolari,
come l'apertura di ombrelloni giganti ...
... era un'arma sconosciuta,
un fulmine di ferro,
un gigantesco messaggero di morte,
che ridusse in cenere
l'intera razza dei Vrishni e Andhaka.
... I cadaveri erano così bruciati
da essere irriconoscibili.
I capelli e le unghie caddero;
le ceramiche si ruppero senza causa apparente,
e gli uccelli diventarono bianchi.
Dopo poche ore
tutti i prodotti alimentari erano contaminati...
... per uscire da quel fuoco
i soldati si gettarono nei torrenti
per lavare se stessi e le loro attrezzature".

Sino al bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, l'uomo moderno non poteva immaginare nessuna arma tanto orribile e devastante come quelle descritte negli antichi testi indiani. Eppure essi descrivono molto accuratamente gli effetti di un'esplosione atomica. L’avvelenamento radioattivo fa cadere capelli e unghie. Immergersi in acqua dà qualche sollievo, anche se non è una cura.
Quando gli scavi di Harappa e Mohenjo-Daro raggiunsero il livello delle vie delle città, furono scoperti scheletri sparsi per la città, molti dei quali si stringevano le mani e si trovavano per le strade come se qualche istantanea, orribile tragedia si fosse verificata. La gente era sdraiata, insepolta, per le strade della città. E quegli scheletri sono di migliaia d’anni fa, anche in base ai tradizionali metodi di datazione archeologici. Che cosa mai potrebbe causare una cosa simile? Perché i corpi non si decomposero o non furono mangiati da animali selvatici? Inoltre, non vi è alcuna causa apparente di una morte violenta.
Quegli scheletri sono tra i più radioattivi mai trovati, al pari di quelli di Hiroshima e Nagasaki. In un certo sito, gli studiosi sovietici trovarono uno scheletro che aveva un livello di radioattività 50 volte superiore al normale. Altre città sono state trovate nel nord dell'India, che riportano indicazioni di esplosioni di grande entità. Una di tali città, trovata tra il Gange e le montagne di Rajmahal, sembra sia stata sottoposta a calore intenso. Immense masse di mura e le fondamenta della città antica ssono fuse in blocchi compatti, letteralmente vetrificati! E poiché non vi è alcuna indicazione di una eruzione vulcanica a Mohenjo-Daro o in altre città, l'intenso calore atto a fondere vasi d'argilla può essere spiegato solo da un’esplosione atomica o da qualche altra arma sconosciuta. Le città furono spazzate via completamente.
Gli scheletri sono stati datati al 2500 a.C. col metodo del carbonio 14, ma dobbiamo tenere a mente che la datazione al carbonio comporta la misurazione della quantità di radiazioni residue. La possibilità che si siano verificate esplosioni atomiche farebbe sembrare i reperti molto più recenti.




È interessante notare che il capo del Progetto Manhattan, lo scienziato Dott. J. Robert Oppenheimer, era noto per avere familiarità con la letteratura in sanscrito antico. In un’intervista condotta dopo aver guardato il primo test atomico, egli citò il Bhagavad Gita:
" 'Ora sono diventato Morte, il distruttore dei mondi.' Suppongo che ci siamo sentiti in quel modo". Quando gli fu chiesto in un'intervista alla Rochester University, sette anni dopo il test nucleare di Alamogordo, se quella fossela prima bomba atomica mai esplosa, la sua risposta fu: "Beh, sì, nella storia moderna".
Città antiche, i cui mattoni e muri in pietra sono stati letteralmente vetrificati e fusi insieme, si trovano in India, Irlanda, Scozia, Francia, Turchia e in altri luoghi. Non esiste una spiegazione logica per la vetrificazione delle fortificazioni di pietra e delle città, ad eccezione di un’esplosione atomica. Un altro segno curioso di un’antica guerra nucleare in India è un gigantesco cratere vicino a Mumbay. Il cratere Lonar, quasi circolare, misura 2.154 metri di diametro, si trova 400 chilometri a nord-est di Mumbay ed ha almeno 50.000 anni d’età, e potrebbe essere collegato alle guerre nucleari dell'antichità. Nessuna traccia di alcun materiale meteorico, è stata mai trovata nel sito o nelle vicinanze, e questo è l’unico modo conosciuto al mondo capace di produrre un cratere da "impatto" nel basalto. Indicazioni di un grande e intenso shock (con una pressione superiore a 600.000 atmosfere), il calore improvviso (indicato da sferule di vetro basaltico) possono essere accertate dall’analisi del sito.

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www.godlikeproductions.com/forum1/message908741/pg1

Vi furono antiche guerre nucleari? Alcuni archeologi pensano di sì.
La nostra ricerca indica che l’intera regione circostante i Grandi Laghi americani fu soggetta ad un bombardamento di particelle e ad un catastrofico irraggiamento nucleare, che produsse neutroni termici secondari dall’interazione con i raggi cosmici.
I neutroni produssero grandi e insolite quantità di Plutonio 239 e modificarono in modo importante le proporzioni naturali degli isotopi d’Uranio (235 U/238 U) nei materiali presenti sul luogo, nei sedimenti, nelle selci e in tutta la natura circostante.
Quei neutroni trasformarono il nitrogeno residuo (14 N) in radiocarbonio, in modo tale da alterare tutti i procedimenti che usiamo per le datazioni."
Un manoscritto, composto in sanscrito dal Re (Raja) Paramara Bhoja di Dhar, Malwa(1000-1055 d.C.), tratta delle tecniche di combattimento, e in particolare di certi tipi di macchine da guerra. L’opera s’intitola Samarangana Sutradhara, o "Il Comandante in campo" (nome talvolta abbreviato "il Samar") ed è un'opera enciclopedica sull'architettura classica indiana (Vastu Shastra).
In 83 capitoli, i temi trattati sono di urbanistica, architettura della casa, architettura del tempio e arti scultoree, insieme alle Mudra (le diverse pose delle mani, e le pose del corpo, così come le posizioni delle gambe), i canoni della pittura, e un capitolo sull'arte dei congegni meccanici yantra (capitolo 31).




Questo capitolo sugli yantra ha attirato l'attenzione della pseudoscienza e dell'ufologia in particolare. Ai versi 95-100 l'autore parla di aeromobili a forma di uccelli (Vimana), con diversi modi di propulsione, e ai versi 101-107 menziona una sorta di robot utilizzabili in qualità di guardie.
Il Re Bhoja usò spesso il termine sanscrito yantra, piuttosto del termine vimana (più familiare per noi), e dichiarò che le sue conoscenze si basavano su manoscritti Indù, che erano già antichi ai suoi tempi, nel sec. XI d.C.
Ecco alcuni estratti da quell’antico testo:

“Essi erano propulsi dall’aria e al loro interno c’era un motore a mercurio, con un apparato che riscaldava il ferro. Il potere latente nel mercurio li spingeva, come un soffio di vento. Riscaldata dal fuoco controllato, una polvere di tuono contenuta nel recipiente di ferro si sviluppava attraverso il mercurio. Se il motore metallico, realizzato in modo appropriato e riempito di mercurio e fuoco, era avviato nella parte superiore, esso sviluppava il proprio fuoco con un ruggito da leone.
… al suo interno si può collocare il motore al mercurio con il suo apparato per riscaldare il ferro. Grazie alla potenza latente nel mercurio, usata per il movimento, un uomo seduto all’interno può viaggiare su grandi distanze nel cielo, in un modo veramente stupefacente.
Se si usano i metodi indicati, si può costruire un Vimana grande come il tempio del Dio-in-movimento. Quattro forti contenitori di mercurio devono essere costruiti al suo interno.
Quando essi sono stati riscaldati ed esce il fuoco controllato dai contenitori di ferro, il Vimana sviluppa una potenza di tuono grazie al mercurio ed appare come una perla nel cielo”.



Avvenne forse una guerra, alla fine dell’era Dryas?
I nuclei ghiacciati mostrano che alla fine dell’ultimo periodo glaciale le temperature salirono in modo consistente, per un millennio. Le tracce di rame, stagno e piombo mostrano forti incrementi.
L’era del Dryas antico terminò bruscamente con un drammatico innalzamento delle temperature. L’estinzione dei mammuth e della megafauna del Nord e Sud America avvenne in quel periodo. Nello stesso periodo, le concentrazioni d’uranio nei coralli salirono da circa 1,5 parti ad oltre 4 parti per milione. Le datazioni con il radiocarbonio, in quel periodo, si fanno caotiche. Gli studi degli strati di deposito sul fondo dei laghi confermano le irregolarità delle successioni cronologiche. Sono state trovate sabbie fuse, in particolare nel deserto egiziano.
Ognuno di questi elementi sembra sostenere la tesi di un’antica guerra nucleare.
Non c’è alcun dubbio sull’esistenza del Samarangana Sutradhara, del Mahabharata e di diversi altri antichi testi indiani che ne parlano.
Ci sono riferimenti a questi testi nelle pubblicazioni scientifiche e nei testi del governo indiano. Gli antichi testi coprono un’ampia gamma d’argomenti, dalla pianificazione urbana, la salute e l’igiene pubblica, con un’accurata descrizione della vaccinazione, sino alla dettagliata discussione di osservazioni meccaniche, metodi e teorie scientifiche. Essi descrivono procedimenti elettrici e meccanici, in piena sintonia con la nostra scienza moderna. Descrivono i Vimana, aeromobili di diversi stili, scientificamente realizzabili.
Si noti che chi li tradusse era una persona che non poteva comprendere i concetti compresi in quegli antichi documenti. Non c’erano parole, nella sua lingua, nel sec. XI d.C., atte a descrivere le cose meravigliose contenute di quegli antichi testi, ed egli cercò comunque di fare del proprio meglio. Dobbiamo ritenere che i testi originali fossero stati scritti poco tempo dopo una terribile guerra nucleare, nella quale due grandi civiltà si distrussero l’una con l’altra. I sopravvissuti (o piuttosto i loro discendenti) stavano cercando di registrare i loro ricordi, per le future generazioni. Poiché era passato un certo periodo di temlpo, e gli scrittori probabilmente non erano scienziati, non capivano esattamente quello che stavano narrando. Possono aver commesso errori, che possono anche essere stati amplificati dall’incomprensione, tanto più che quei testi sono stati ripetutamente ricopiati attraverso i secoli successivi.
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26/11/2011 01:28




 
I CELTI E GLI EXTRATERRESTRI
di Giorgio Pattera
 
 



"lo conosco dei racconti che sono venuti dal Cielo..." (Taliésin, bardo gallese - V° secolo)

È ormai da oltre mezzo secolo che molti ricercatori dell'ignoto orientano i loro lavori nel tentativo di demitizzare i personaggi, strani e favolosi, che affollano le leggende, le tradizioni, le mitologie ed i "pantheon" religiosi dei popoli antichi. Alcuni di questi ricercatori, che definire "coraggiosi" è quanto meno riduttivo, sono giunti all'incredibile conclusione che la grande maggioranza di queste misteriose entità superiori, più o meno divinizzate dalle credenze popolari, altro non sarebbero stati che una specie di "coloni", venuti, se cosi si può dire, da pianeti lontani a bordo di "carri di fuoco", quegli stessi che oggi chiamiamo "dischi volanti", U.F.O., o, più "prudentemente", O.V.N.I. (oggetti volanti non identificati).
Ora, le ricerche di questi "picconatori di testi sacri" sono in grado di affermare che lo studio approfondito ed asettico della Tradizione Celtica può confermare tutto ciò che i colleghi "ortodossi" hanno scoperto nelle tradizioni degli altri popoli: Sumeri, Assiri, Babilonesi, Iranici, Indù, Maya, Egizi, Greci, Ebrei.
Il tutto, però, osservato con ottica diversa o, meglio, possibilista: in antitesi, cioè, con la classificazione di "oggetti e/o manufatti non riconducibili ad un'identificazione certa" mediante l'etichetta, frettolosa e superficiale, di "oggetto rituale" o "di culto", che i canoni dell'archeologia "ufficiale" sono soliti attribuire a tutto ciò che non si riesce a spiegare.
In questo modo si giunge a precisazioni estremamente interessanti sulle conoscenze scientifiche di quei "colonizzatori venuti dal cielo" che i nostri lontani progenitori chiamavano "gli dèi"; sulla loro particolare natura, a volte simile ed a volte diversa da quella umana; ed infine, dettaglio che si rinviene esclusivamente nella tradizione celtica, sulle coordinate spaziali di provenienza di quei "visitatori" che, in un remoto passato, s'insediarono nelle regioni pre-Celtiche.
A causa della mancanza di documentazioni - i Celti avevano un proprio alfabeto, l'Ogham, ma trasmettevano il sapere agli iniziati solo oralmente - e dell'ostracismo nei confronti della cultura celtica dopo la conquista da parte delle legioni di Cesare, nessuno finora aveva pensato di chiarire il mistero degli esseri che "operavano" prima degli uomini nel nord-Europa. Ed ora ci proveremo noi.

ANCHE GLI DEI CELESTI HANNO I LORO "CARRI"
Al!'epoca dei Celti, come in tutti i tempi lontani, i comuni mortali usavano il cavallo per gli spostamenti. I più fortunati (pochi, in verità) possedevano anche un carro, cui attaccavano un cavallo o (i personaggi importanti) eccezionalmente due.
Ma i "carri" di coloro che venivano chiamati "gli dèi accorsi dal cielo" erano molto diversi dal tipo classico; sentiamo come li descrive Arbois de Jubainville nel trattato "Druides et Dieux en forme d'animaux": "...La dea Badb si muoveva con un carro al quale era attaccato un solo cavallo rosso. Questo cavallo aveva una sola zampa; il timone del carro gli passava attraverso il corpo e la sua punta usciva dalla fronte del cavallo stesso, che ne faceva al contempo da sostegno. Alla fine del carro c'era un mantello rosso, che ricadeva al suolo e spazzava il terreno...".
Certo che avere una zampa sola dev'essere ben "fastidioso" per un animale che deve galoppare!
Soltanto per stare in piedi, il "cavallo ad una gamba" è obbligato, per sostenersi, ad appoggiarsi al carro e visto che il timone gli attraversa il corpo, sarebbe più semplice dire che questo singolare "equino" faceva tutt'uno col veicolo.

A questo punto, tralasciando le allegorie mitologiche che circondano la presunta "divinità", derivate dal substrato culturale delle popolazioni cui si manifestavano quelle strane apparizioni, non è contraddittorio azzardare l'ipotesi che il "carro" con cui si spostava la dea Badb non fosse altro che un "velivolo", in cui il "cavallo" ad una zampa corrisponde allo scafo dotato di puntello (come descritto in alcuni OVNI) ed il "timone" ad un alettone direzionale o ad un albero d'elica.
Curiosamente simile è la ricostruzione effettuata da Joseph Blumrich, ingegnere NASA, circa il "carro di fuoco" descritto dal Profeta Ezechiele nell'Antico Testamento, (Ezechiele 1, vers.1-28).
Quanto al "mantello rosso" trascinato posteriormente, è fin troppo facile individuare in esso il bagliore infuocato emesso dal sistema di propulsione.

Se ciò fosse vero, si comprenderebbe il motivo per cui i "carri degli dèi" raggiungessero velocità vertiginose, con le quali "...nessun altro carro poteva rivaleggiare..."

"Improvvisamente - prosegue l'autore irlandese nella sua ricostruzione - il carro (letteralmente) "s'involò a velocità prodigiosa, in quanto la dea si era mutata in un grande uccello nero".
Da quel momento in poi, i Bardi irlandesi, allorché dovranno descrivere quegli "oggetti volanti" mai visti prima, li chiameranno uccelli neri".

In un altro lavoro del predetto autore, la stessa dea Badb, al momento di "involarsi", viene accompagnata da un'espressione pittoresca: "...sparì in una Gloria...".
Questo termine inconsueto, "Gloria" (si ritrova anche nella dizione "un cielo di gloria"), si traduceva nei tempi antichi come '"un irraggiamento di porpora e d'oro", descrizione molto simile a quella usata da Ezechiele nel momento di avvistare ciò che riteneva, appunto, "la Gloria del Signore"; ed anche, facendo un parallelo con i giorni nostri, ai resoconti dei testimoni di fenomeni UFO, che confermano il comparire e lo scomparire dei misteriosi oggetti come "avvolti da un alone luminoso, cangiante dal rosso fuoco (porpora) al giallo-aranciato (oro)".

Ma oltre che in cielo, anche in mare gli "dèi celtici" detenevano un dominio incontrastato; anzi, addirittura sotto il mare: sembra infatti che per gli spostamenti nell'ambiente liquido utilizzassero "...vascelli d'argento che navigavano sotto le acque..."
Questo ci riporta alla mente l'incredibile viaggio del Profeta Giona nel ventre di quell'animale marino che egli necessariamente identificò in una balena; una balena davvero strana, tuttavia, in quanto provvista di "occhi sui fianchi" (oblò?).
E come non ricordare il Tripura vimana, che ritroviamo nel "Vymaanika Shaastra", descrivente un veicolo aereo indù risalente a circa 4.000 anni fa?

LE ARMI DEGLI DEI
"...I loro compagni erano spariti, senza lasciare traccia..." (da Manawyddan)

Da "Dieux et héros des Celtes", di M.L.Sjoestedt, attingiamo: ..."Il vestiario da guerra" degli dèi celtici era alquanto diverso da quello dei comuni guerrieri. Una delle divinità-guerriere più temibili era Balor: si trattava di un "ciclope". Il suo unico "occhio", tuttavia, possedeva una straordinaria peculiarità: quando si apriva (a riposo era protetto da una pesante "palpebra"), "...il suo sguardo abbracciava l'insieme delle .forze avversarie, che cadevano. folgorate dal lampo che ne scaturiva..."

Traslazioni mitologiche a parte, siamo convinti che Balor, in realtà, calzava un casco particolare, provvisto d'apposita schermatura che gli consentiva di vedere attraverso, tanto da farlo sembrare privo degli occhi; casco sormontato da un'apertura, regolata da un otturatore (palpebra), che, aprendosi, lasciava partire una radiazione micidiale (lampo), probabilmente un raggio laser, azionato da chi indossava quell'elmo inusitato. Tutto questo può far pensare ad una produzione fantascientifica "ante litteram", se non fosse che, ai giorni nostri, le truppe speciali di sicurezza di molti Paesi sono dotate, per l'appunto, di casco sormontato da puntatore laser, di cui basterebbe variare la frequenza per trasformarlo in arma letale.
Di questo particolarissimo copricapo non abbiamo il nome, mentre conosciamo la denominazione di un'altra terribile arma: Gaebolg, ovvero "la lancia magica". Perché magica? Perché, a quei tempi, una lancia (perlomeno creduta tale) che "si allungava a volontà e non mancava mai l'avversario" non poteva che guadagnarsi tale appellativo, da parte dei "comuni" guerrieri che, pur valorosi e possenti, erano abituati a brandire lance "comuni", costituite cioè di robusto legno e di una punta di temprato metallo.

Anche in questo caso, dunque, siamo in presenza di un'arma non convenzionale: probabilmente si trattava di un "tubo" (di materiale ignoto) dalla cui estremità scaturiva, ancora una volta, un raggio laser, in grado di colpire il nemico, anche in movimento, a qualunque distanza. Arma talmente pericolosa che, a riposo, "era necessario mantenerne l'estremità immersa in un paiolo pieno d'acqua".
Quest'ultimo dettaglio conferma l'esattezza dell'intuizione di non poter circoscrivere tutte queste narrazioni nell'ambito dell'inflazionata "mitologia", poiché anche la tecnologia moderna adotta per certi generatori Laser un'analoga precauzione, differente solo per il liquido utilizzato.
Recita infatti Raymond Channel nel trattato "Le laser et ses applications"; "...È sconsigliato, quando non si desideri utilizzare la potenza del fascio, lasciare permanentemente in funzione l'apparecchiatura laser, perché in tal modo la temperatura del cristallo s'innalza pericolosamente...".
Oggi il raffreddamento si ottiene con l'aria liquida, che viene conservata in un apposito contenitore a doppia parete, argentato all'interno, chiamato "vaso di Arsonval": che fosse qualcosa di simile, il "paiolo" di celtica memoria?

Concludiamo questo "arsenale" con quella che, in un passato non troppo lontano, è stata realizzata dalla moderna tecnologia bellica, la cosiddetta "arma finale" o "arma totale": quella nucleare.
Dal "Manawyddan" estrapoliamo: "...Quella sera, mentre ci trovavamo a Gorsedd Arberth, scosse l'aria un gran colpo di tuono, seguito da una nuvola cosi spessa che non si poteva vedere oltre. Quando la nube si dissipò e tutt'intorno si schiarì, gettammo lo sguardo sulla campagna che avevamo attraversato prima: bestiame, dimore, persone, tutto scomparso. Anche i nostri compagni erano spariti, senza lasciare traccia..."

Che dire? Non sembra di riascoltare, purtroppo, la descrizione delle distruzioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki?
Fu l'identica sorte toccata a Mohenjo-Daro apparentemente bombardata dai "vimana" (i celesti" carri divini" dell'India protostorica), magistralmente descritta da David Davemport, nel suo ormai introvabile capolavoro "2000 a.C. distruzione atomica"?

DA DOVE GLI DEI?
Abbiamo citato all'inizio un passo di Taliésin, bardo gallese del V° secolo. Bardo (poeta), sì, ma anche druido (iniziato), lo afferma lui stesso. E, probabilmente, anche qualcosa di più: un mutante, frutto quindi d'incrocio fra una donna ed un'entità superiore sovrumana e pseudo-divina, d'origine extraterrestre.
Un po' quello che si legge nel capitolo VI della Genesi, quando si parla dell'unione dei Nefilim, i "caduti dal cielo", con le "figlie degli uomini".
Taliésin, quando parla dei "colonizzatori", li chiama "Tuatha di Danann": "tuatha", in Gaelico, significa ''tribù'' e ''Danann'' "del dio di Dana". In Bretone popolare, Dana diventa "Dan" e, in Gallese, Don. E qui interviene uno dei più noti studiosi della cultura celtica, J.Markhale, che, nel suo libro "Les Grantls Bardes gallois" ci svela. l'enigma: " Llys Don significa 'la corte di Don', che serve a designare la costellazione di Cassiopea".
Ecco individuata, quindi, la provenienza dei "colonizzatori": la costellazione ("Corte" = insieme di stelle) del dio di Dana, di cui ovviamente, come sottintende la denominazione stessa, Dana è il pianeta maggiore.
Se in una notte limpida contempliamo la volta celeste e puntiamo la stella polare, un po' più a destra (si fa per dire...) compare una "macchia bianca": è Cassiopea, alias "la Corte di Dana", come la chiamavano gli antichi Celti, dal cui pianeta principale (Dana, per l'appunto) i nostri extraterrestri verosimilmente partirono in un remoto passato, in direzione nord-Europa.
Taliésin, infatti, prosegue: "...Dana ha riunito i suoi figli e ha detto loro di scendere sulla Terra, dove regna il disordine...".
Se era necessario che "i figli di Dana" scendessero sulla Terra per ristabilire l'ordine, è evidente che questi abitavano un altro pianeta ed il fatto che si parli di un sito geografico come di una persona, è consuetudine acquisita da tempo: oggi non si dice, infatti, "La Terra ha inviato i suoi figli alla conquista dello spazio", "L'Europa si scontra con altre civiltà", ecc.?

Va ricordato, inoltre, che il termine ''Dana'' nella tradizione celtico-irlandese significa "la madre degli dèi" ed è presente anche nella forma "Ana".
Quest'ultima dizione viene ricollegata dai proto-linguisti ad "An" o "Anu", che nella simbologia sumerico-accadica sta ad indicare "l'alto", "il cielo" e nell'alfabeto cuneiforme è scritto con lo stesso ideogramma della parola "dio" (DIN.GIR). Quindi, letteralmente, "il dio che sta in alto, nel cielo", la stessa denominazione che usa il "Pater noster" della religione cristiana. Il che sta a confermare, se mai ce ne fosse bisogno, che il detto "tutto il mondo è paese" è vecchio quanto l'Uomo...

CONCLUSIONI
La tradizione celtica localizza il punto d'approdo degli extraterrestri nel Nord-ord-Ovest dell'Europa e riporta le date del loro arrivo, coincidenti quasi sempre, secondo il calendario celtico, con le ricorrenze di Beldan (1° maggio) e di Saman (1° novembre). Perché?
Non crediamo che a quei tempi esistessero già le agenzie di viaggio, che offrivano i pacchetti "low cost" fuori stagione... La spiegazione, forse, è un'altra ed in questo la Geofisica può esserci di supporto.
Il nostro pianeta è circondato da una specie di schermo, chiamato Fascia di Van Allen, che lo protegge dall'eccessivo bombardamento da parte delle particelle cosmiche, molto dannose perché ionizzanti, e delle radiazioni ultraviolette, micidiali per i microrganismi: senza la Fascia di Van Allen, la vita sulla terra non sarebbe possibile.
Potrebbe darsi che questa cintura, in qualche modo, arrecasse "disturbo" (per le radio-comunicazioni?) alle cosmonavi aliene. Tuttavia esistono tre "corridoi", in corrispondenza dei quali la fascia sembra attenuare la propria attività: questi si trovano sulla perpendicolare del Polo Sud, al disopra dell'Africa e, giustappunto, sulla perpendicolare del Polo Nord.
Ma perché proprio il 1° maggio ed il 1° novembre? Potremmo ipotizzare che, per leggi di natura ancora sconosciute (forse legate all'inclinazione dell'asse terrestre?), nei due periodi indicati l'attività della suddetta fascia si riduca ulteriormente, favorendo in tal modo l'ingresso delle navi spaziali nella nostra atmosfera.

In conclusione, la tradizione celtica rafforza la convinzione che, similmente all'India, al vicino ed estremo Oriente, al bacino del Mediterraneo e all'America precolombiana, anche l'estremo nord dell'Europa abbia conosciuto in epoche remote la visita di entità aliene, a dimostrazione che l'intero nostro pianeta è stato (e continua ad essere) oggetto d'attenzione, a ripetute ondate, da parte dei "Signori del Cielo".
Applicando un'interpretazione della tramandazione gaelico-britannica scevra da preconcetti e luoghi comuni, abbiamo potuto conoscere i loro mezzi di locomozione, le loro armi, le loro tecniche medico-chirurgiche e fito-farmacologiche, convincendoci sempre più che, migliaia d'anni or sono, essi erano detentori d'una scienza pari (per alcuni aspetti) o addirittura superiore (per altri) a quella terrestre del XX e, perché no, anche del XXI secolo.

Tutte e solo fantasie? Può darsi, ma agli ultra-scettici, ai super-positivisti ed ai maxi-nichilisti che affollano da sempre l'umano consesso vogliamo ricordare, a conclusione di questa ricerca, che Karla Tumer, nel libro "Rapite dagli UFO", al paragrafo "Retroterra personali", evidenzia: "...Tutte le otto donne (protagoniste di IR4; N.d.R.) hanno dimostrato di possedere facoltà parapsicologiche superiori alla media. I dati sull'origine etnica tendono a dimostrare che la discendenza celtica e dai nativi americani, rispetto ad altri specifici gruppi etnici, è prevalente nei resoconti di IR4 avvenuti in America..."

Il che starebbe a dimostrare che quei "Signori del Cielo", oltre che in tecnologia, erano superiori anche sotto l'aspetto delle promesse: avevano preannunciato "un giorno ritorneremo" e sembra proprio che, quella promessa, la vogliano mantenere...
Fonte
www.edicolaweb.net/ufost21a.htm
[Modificato da Alex1304 26/11/2011 01:29]
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26/11/2011 11:21

Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
eone nero, 24/11/2011 15.44:



Conta che la tua visione è quella di un giovane del 2000, i signori scrivevano negli anni 60 ed il quadro geopolitico era completamente diverso, come diversa era l'informazione.

Se volevi sapere qualcosa dovevi leggerti i libri o qualche rivista mensile, la tv non la avevano tutti, internet stava nascendo a livello militare e quindi era ignota come ignoti erano i computers.

Ancora oggi succede lo stesso, la gente non fa mica teorie impone le sue credenze, e quello che è peggio è il riciclo per le nuove generazioni.

Oggi tutti impazzano per il tipo che sta interpretando la bibbia e ci vede gli extraterrestri, conta che non ricordo neanche il nome.

Dimenticandosi che quegli autori avevano detto le stesse cose 40 e passa anni fa, e senza andare lontano a fine anni 90 Michael Drosnin pensava di aver trovato la chiave di volta

it.wikipedia.org/wiki/Codici_nella_Bibbia

Stessa cosa succede con canalizzazioni degli anni 50 abbandonate a momenti anche in America e riprese oggi.

Si fa leva sul fatto che 50enni e 60enni hanno dimenticati e le nuove generazioni non conoscono causa giovane età.

Ecco perchè penso che la lettura di quegli autori serva per capire cosa succede oggi.










Eone,per quanto riguarda il tipo che sta interpretando la bibbia vedendoci gli extraterrestri,il fatto è che Biglino è un vero traduttore dall'ebraico antico,cosa che non erano i suoi precursori alla Von Daniken,Kolosimo ecc.ecc.L'interpretazione autentica che dà della bibbia in certi punti è interessante,anche se poi per me salta a conclusioni affrettate quando deduce che i cosiddetti elohim venivano da altri mondi.Non so se hai dato una letta ai suoi libri.

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