Bombardieri B-52 sfidano al Cina sorvolando le isole contese con il Giappone

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_Thomas88_
00mercoledì 27 novembre 2013 15:26
L'azione dimostrativa statunitense per contestare la decisione cinese di allargare il proprio spazio aereo difensivo. Al centro della tensione l'arcipelago Senkaku/Diaoyu rivendicato sia da Pechino che da Tokyo.

Un B-52H Stratofortress.
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Per saperne di più sulla contesa tra Cina e Giappone per questo arcipelago:
it.wikipedia.org/wiki/Crisi_sino-giapponese_per_le_isole...


Per il governo di Pechino questa è potenzialmente una violazione dello spazio aereo nazionale. Per Washington ovviamente no. Di certo il sorvolo di due mega-bombardieri americani B52 nei cieli delle isole Diaoyu (toponomastica cinese) oppure Senkaku (versione giapponese) è un nuovo passo nell'escalation di quella tensione geostrategica che da settimane ha per teatro il mare della Cina orientale. Al centro di questa controversia che oppone le due potenze dell'Estremo Oriente, c'è una posta in gioco economica. Gli isolotti in quanto tali non hanno alcuna attrattiva, ma le acque circostanti sono ricche di giacimenti sottomarini di petrolio e gas naturale. Sia la Cina che il Giappone hanno due economie di trasformazione e non sono autosufficienti per il fabbisogno energetico. Importano petrolio e gas dalla Russia e dal Medio Oriente. Poter sfruttare una nuova fonte domestica è importante. Ma "domestica" per chi? La isole in questione fanno parte di una serie di arcipelaghi contesi, sui quali la Cina si sta mettendo in rotta di collisione con diversi vicini, compresi Vietnam e Filippine. La tensione con il Giappone però è la più grave, per le dimensioni delle due nazioni, la loro stazza economica (sono rispettivamente la seconda e terza economia del pianeta), la loro forza militare, e ovviamente anche il loro posizionamento nel sistema di alleanze internazionali. E' qui che entra in gioco l'America, che ha conservato un ruolo storico di "gendarme del Pacifico" dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il penultimo gesto nell'escalation della tensione lo aveva fatto Pechino, nel weekend scorso, annunciando che gli arcipelaghi contesi verranno inclusi nella "zona di identificazione" da parte dell'aviazione militare di Pechino. E' un passaggio in più oltre alla proclamazione che quelle isole ricadono sotto la sovranità cinese: ora vi si aggiunge una loro esplicita inclusione nel perimetro di pattugliamento da parte delle forze armate cinesi. Il gesto ha mandato su tutte le furie il governo Abe, che al nazionalismo cinese ha sempre risposto con altrettanto vigore. L'entrata in campo degli Usa non si è fatta attendere. Dapprima Washington ha fatto sapere di "non riconoscere" l'inclusione delle isole nello spazio di sorveglianza aerea della Cina. Poi alle parole sono seguiti i fatti: i due bombardieri B52, decollati dalla base americana nell'isola di Guam, hanno svolto regolare missione in quello che per la Cina è un pezzo dei suoi cieli. Unico accorgimento distensivo: il Pentagono ha fatto sapere che i B52 non volavano con un carico di bombe. Ma lo schiaffo a Pechino c'è stato. Finora non è seguita una reazione bellicosa, nessun aereo cinese è decollato con la missione di intercettare o disturbare i B52. Tuttavia la memoria va all'incidente dell'aprile 2001, quando un George Bush appena insediato alla Casa Bianca dovette far fronte a una crisi seria nei rapporti con la Cina, per l'abbattimento di un aereo-spia americano e la cattura del pilota.
Secondo un comunicato del ministero della Difesa "l' esercito cinese ha monitorato l' intero volo e identificato gli aerei".
Proteste contro la decisione cinese sono venute da Giappone, Corea del Sud, Taiwan. L' Australia ha convocato l' Ambasciatore cinese per chiedergli "spiegazioni".

Fonte: Repubblica.it
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